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Lamberto Roberti
https://reporter.wrep.eu/roberti.lamberto.9168CERTIFICAZIONE IN CORSO DI RINNOVO: l'iscrizione al Registro Web Reporter & Creator è attualmente non attiva
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Diploma WREP WEB REPORTER

TRAGUARDI RAGGIUNTI


Da Chimica Industriale all'Agricoltura biologica passando per Biologia, nello specifico Chimica Clinica. Da Giurisprudenza magistrale a Scienze politiche con logo "Parlamentare Indipendente". Mediatore, Micologo, Fotografo, Idrogeno x auto. Tuttologo.
Vedo la luce la sera del due marzo dell'anno domini 1953. In una stanza da letto, nella casa colonica, di una famiglia patriarcale ed agricola di sette persone. Vocabolo contrada 'La Luca', di Sant'Andrea in Villis, frazione del comune di Fano (PU). Primo figlio maschio della famiglia, conteso da tutti e inondato di amore.
A tre anni, un grosso furgone a tre ruote, mi traslata in una dimora da 'casante', in località Roncosambaccio, dello stesso comune. Poco terreno, sufficiente per la sussistenza. Poche stanze. Io dormivo nel letto con due zie, sorelle del babbo. La mamma faceva la stagione dei cavoli. Il babbo emigrò alcuni anni in Germania a lavorare in miniera. Bisognava maritare altre tre sorelle. Crescendo, diventai il garzone della nonna, sempre affaccendata al governo degli animali. Avevo il compito, di accudire l'ingrasso annuale di una vitella. Andavo felice a scuola, anche se a mezz'ora di cammino, in sparuto gruppetto, e viceversa. Oltre due chilometri la distanza. Solitamente primo, nella consegna dei compiti, in ogni materia. Nell'attesa venivo regolarmente spedito in giardino, a liberare da erbe infestanti le aiuole fiorite. Amavo questo lavoro. Nell'ottobre del 1963, la famiglia, senza più le zie, si trasferisce nel paese di Santa Veneranda, nei dintorni della città di Pesaro (PU). Un fabbricato di tre piani, oltre la mansarda. Costruito in sinergia con il fratello della mamma e diviso a metà. I miei genitori diventano operai del settore del legno. Io lavoro un poco tutte le estati. Così ho comprato la mia prima bicicletta. Sul diploma delle Medie spiccava un dieci in Educazione artistica, per decenni ineguagliato. Ad un figlio di operai non era consigliato intraprendere la carriera artistica. Farai la fame, si diceva. Nel 1967 frequento l'I.T.I.S. “E. Mattei” di Urbino, con l'intento, da grande, di diventare pilota di aerei. Terminato il biennio comune, non trovai capienza nella specializzazione di Elettronica, consona al mio disegno originario. Scelsi Chimica Industriale, ottenendo il diploma a luglio del 1973. Un inciampo induce a sposarmi il cinque dicembre 1970 ed il ventotto maggio 1971, divento padre di Fjodor. Il due settembre del 1972, padre di Cristian. Il matrimonio ha il triste epilogo della separazione il quattordici febbraio 1977, festa di San Valentino. Ancora prima dell'esame di Stato, invitato per intercessione della mamma cugina dei titolari, sono approdato alla Berloni Cucine. Allora fra le aziende italiane primarie per qualità. La dipartita del tecnico capo Adriano del Bianco, poi co-fondatore della ditta Cucine Fiamberti e dissidi su onorari con il supervisore Ingegner Fiorentini con defenestrazione dello stesso, mi hanno lasciato campo libero alla funzione di responsabile dell'Ufficio Tecnico, Costi e Produzione. A soli ventidue anni, con una retribuzione mensile che con l'aggiunta di 90.000 lire ho acquistato una Fiat Cinquecento L. Interruppi, per mancanza di tempo, gli studi universitari intrapresi presso la Facoltà di Ingegneria meccanica di Ancona. Dopo circa due anni per conflitti interni mi licenzio. Avevo dimezzato i tempi di produzione delle strutture, con intelligenti accorgimenti tecnici. Ciò non bastava, per non introdurre l'odiato truciolare nobilitato, invece dei telai in legno ecologici. Mentalmente libero, rifletto e decido di cimentarmi in una mia produzione di cucine componibili. Alla Berloni, il progetto del modello Casiliana portava la mia firma. Nasce la ditta Roberti sas Cucine. Abbozzato il progetto, sventro il divisorio del garage, per far posto ad una Combinata 7 lavorazioni della ditta Paoloni & Manzini. Una sorta di factotum del legno senza elettronica. Dopo due mesi, a maggio, per la Fiera del Mobile di Pesaro, il prototipo è presentato. Ricevo congratulazioni e consigli, preordini e per alcune regioni rappresentanti. Il neo dei finanziamenti non mi fa dormire la notte. Cerco soci. Con l'aiuto del commercialista dr Pellegrino Siano, trovo Piccini Elio, socio e venditore per l'Umbria e Luigi Bassi socio amministrativo. Quest'ultimo vecchia conoscenza, chitarrista del gruppo musicale 'I vassalli', con cui ho cantato da ragazzo. La necessità di finanziamento non era risolta. Non ho trovato i supporti necessari in famiglia e neppure nelle Banche. Soluzioni avventate messe in atto dal socio amministratore, sbagliate per principio, hanno creato problemi ancora più gravi di liquidità. Presupposto questo per gli strozzini. In arretrato con l'assegno per alimenti dei figli, la mia ex moglie con decreto ingiuntivo pignora, con conseguenze nefaste sugli affidamenti bancari. La ditta cessa l'attività per un incendio, affermo doloso, appiccato da chi aveva in mano cambiali di scambio, fasulle, da presentare all'incasso, nel risarcimento del danno dall'Assicurazione. La ditta non è riuscita a riprendere l'attività. Coppie di sposi, innamorate del mio modello, hanno aspettato anche sei mesi, prima di cercare altrove. Dovetti vendere anche l'Alfetta Duemila, per pagare gli ultimi residui di debito. Bisognava reinventarsi. Ma i soventi impegni di tempo, che la chiusura richiedeva mi limitavano. Per alcuni anni, ho prestato l'opera in strutture pubbliche, con contratti di tre o sei mesi. AMANUP nettezza Urbana, di ramazza o raccolta meccanica, due turni. Al Mattatoio Comunale due turni, abbattevo gli animali da macellare, inizialmente pure i cani. Bidello all'Istituto per Ragioneria e Geometri. U.S.L. N.3 Marche, più turni in vari reparti di degenza. Il ricordo si fissa alle tante persone, soprattutto ragazzi, che ho trasportato all'obitorio. Dal reparto di Ematologia del Professor Lucarelli , allora ubicato nell'Ospedale di Trebbiantico, nessun trapiantato di midollo osseo ha superato i due anni di vita. Aiutavo Claudio, dieci anni dopo trovato morto, si dice suicidato, a preparare le camere sterili. Tecniche sperimentali, logiche, ma ancora rudimentali. Al Cras o Manicomio, all'epoca ancora aperto, ho visto botte e acqua fresca, nel vero senso delle parole, come fosse uno sputo. Inenarrabili. Nel 1982, un incontro causale con un vecchio amico di scuola, Perito Chimico Industriale, nel frattempo diventato Biologo, il dottor Valentino Pretelli, segna l'inizio di una nuova fase di vita. Accettai l'offerta di collaboratore scientifico per la ditta Biotec. Tre soci, di cui due occulti, massoni. Il dottor Marcello Bartolucci, primario del Laboratorio Analisi dell'Ospedale di Pesaro, deceduto da alcuni anni ed il dottor Oriano Tiberi, attuale Direttore del Dipartimento di Laboratorio Area Vasta 1. Visto l'impegno ed i risultati ottenuti mi viene chiesto di diventare socio. Liquido i soci occulti e rilevo la ditta Biotec. Seguirono anni di intensa attività e progressione. Fatturati annuali oltre il miliardo di lire. I tardivi incassi, delle forniture alle U.S.L. ovvero allo Stato, procuravano scarsa liquidità. Sono obbligato a chiedere anticipi in conto fatture, tramite factoring di BNL e Banca Nazionale Agricoltura. In una ordinaria operazione di anticipo, l'accredito non avvenne. Il c/c alla BNL di Pesaro era stato aperto d'ufficio, per gestire il flusso degli anticipi non gestito direttamente. Il venerdì come solito, telefono per avere ragguagli sul saldo. Il funzionario mi dice: “Guarda che questa mattina tre assegni per sessantadue milioni sono andati in protesto”. Feci notare che mi risultava una disponibilità di oltre ottanta milioni. . Poco dopo ricevo la conferma della disponibilità, adducendo il motivo al cambiamento di sistemi informatici in atto. Però non volle richiamare gli assegni. Preparò tre assegni circolari di pari importo invitandomi a seguire l'iter del protesto. Ne all'Ufficio Cambiali dei Notai Riuniti, ne in Tribunale dal Pretore, ne alla Banca di Roma trattaria, esistevano questi assegni. Scomparsi nel nulla. Due ore di corse finite nel nulla. Certamente una manovra di poteri occulti, ancora senza nome, allo scopo di fermare la mia avanzata, in alcuni anni fra i primi rivenditori delle Marche. Le banche chiedono il rientro, bloccando ulteriori anticipazioni. Castrato, proseguo oltre un anno, pagando i fornitori in contanti, ma ciò comportava la mia giornaliera presenza in sede. Avrei potuto proseguire così e raccogliere i frutti di anni di pregevole lavoro. Ma non mi piaceva, lavorare così. La mancanza di libertà, mi induce ad incaricare l'avvocato Domenico Binetti a chiudere l'attività. Un diniego del più piccolo creditore, la ditta LP per tre milioni, fa scattare in automatico il fallimento nove gennaio 1991. Tecnicismo legislativo mi dicono, inevitabile. Caos totale. In pochi mesi a causa di una dissennata quanto delinquenziale gestione del curatore dottor Ermes Cappellini e del tribunale nella nomina del CTU, finisce in discarica il magazzino diagnostici per oltre duecento milioni di valore. Processato per Bancarotta Fraudolenta, subisco una condanna a 17 mesi di reclusione con la condizionale. Accusa spudoratamente falsa e processo farsa. Di nuovo libero da impegni, scopertomi buon venditore, mi occupo per alcuni mesi della direzione vendita, di una linea alta di salotti, in famiglia, senza assunzione ne stipendio. Solamente un rimborso spese. Fusto in legno, seduta con molle e tessuti ETRO. Quando stava sbocciando, per buoni rapporti intrapresi con arredatori ed Architetti, mio cognato Liviano Battistoni co-titolare con mia sorella Brunella della ditta BI-EL Salotti, ha deciso di interrompere la produzione della linea alta. A suo dire l'avviamento si presentava troppo lento. Anche Franco il disegnatore della linea, concordava a pieni motivi i risultati ed i tempi. Negli anni a venire la salvezza dell'azienda, con quel segmento di mercato in ascesa per i nuovi ricchi. La BI-EL oggi è ridotta ad un terzo del fatturato. Ancora libero, rifletto. Reinventarsi come, dove. Spazi ristetti. Ciò che era accaduto mi tormentava. Ogni giorno era alla ricerca delle ragioni, dei perché. Infine ho ritenuto ingiusta la Legge Fallimentare. Ho approfondito. Per la gerarchia delle fonti, sono approdato alla Costituzione della Repubblica italiana. Una indescrivibile opera di altissima civiltà giuridica e civile. Da quel momento lavoro all'idea della sua pratica realizzazione, che equivale ad un paradiso terrestre. Ma per fare le leggi bisogna essere in Parlamento. Perciò nel 2001 partecipo alla tornata elettorale per il Senato, con il mio simbolo Parlamentare Indipendente, registrato al Ministero dell'Interno, da Candidato Individuale. Votato da mille elettori, quelli che sapevano perché, in precedenza, firmato la raccolta di candidatura di milleduecentocinquanta firme. Senza pubblicità, esclusa per chi non è presente su un quarto del territorio nazionale, pure troppo. Per conciliare un'attività lavorativa, che permettesse tempo libero quando necessario per la politica, mi sovviene l'Agricoltura, come unica attività autonoma possibile, visti i pregressi di Fallimento, condanna per Bancarotta Fraudolenta e Protesti di assegni. Amo la natura. Esperto di funghi epigei, poi anche di tartufo con patentino, iscritto al Gruppo Micologico Bresadola di Trento sin da giovane. Trovo in località Monte Altiero del comune di Serrungarina prima tre ettari, poi quattro con uliveto e vigneto in affitto. Sufficienti per fare il coltivatore diretto. Alla sera rientravo a Pesaro. Nella capanna senza alcun conforto difficile dormire. Oggi è diventata uno studio medico. Acquisto alcuni cavalli, pecore e animali di bassa corte. La volpe procurava ingenti perdite. I vicini, lei farmacista e lui medico, non sopportavano gli animali al pascolo. Puzza e mosche adducevano. Le deiezioni dei cavalli al pascolo non sono puzzolenti e qualche mosca in campagna è la normalità. Gli indigeni non condividevano il metodo di coltivazione biologico. Nella loro ignoranza, totalmente sbagliato. Come pure gli animali non stabulati. Ogni tanto qualche ignota anima pia, la notte apriva i recinti. Gli animali fuoriuscivano procurando qualche danno alle colture limitrofe, sempre ripagato. La notte di San Silvestro del 1994, coperti dal rumore dei botti hanno sparato sul gregge con fucile da caccia a pallini. Una strage. Oltre venti uccise. Nello stazzo ne restava qualcuna ferita. Questo fatto, segnale forte, mi induce a cercare un luogo più isolato, in montagna. Da quella collina panoramica ho fotografato un U.F.O. a forma di doppio cono, metallico, senza aperture, circa quattro metri per tre.. Grande interesse di giornali, associazioni ufologiche e Aeronautica militare.
In questo periodo, frequento alcune stalle di pastori sardi. Imparo i segreti caseari e vaglio le mie teorie da chimico e biologo di lungo corso non laureato.
Andando a funghi, nella migliore località di raccolta dei porcini che conosco, Casale di Sopra nei pressi di Pianello di Cagli, faccio una riflessione: “Ecco sì, qui mi piacerebbe vivere.” Ho esternato l'idea all'amico Romano Casettari, unico agricoltore rimasto della vallata, che incredulo, con un sorriso fino alle orecchie mi dice: “Ma non dirai sul serio!” “Certo” aggiungo. Mi informa allora, che un anziano suo parente, voleva cedere le sue proprietà, quattordici ettari circa. Una stanza nella sua stessa casa colonica, e quel Casale di fronte, semi diroccato, che stavamo guardando.
Stipulo una promessa di vendita ed un contratto di affitto. Convinco mia sorella a vendere un terreno e mia madre ad acquistare un'altra proprietà disponibile di Luchini Vanda e Bruno.
Mia madre mi affitta i suoi terreni. Nel tempo altri ne aggiungo, per un totale di settantasei ettari, boschi compresi. Così è nata L'Azienda Agricola zootecnica biologica di montagna “Osteria di Casale”. Inizia un duro lavoro di ripristino dei terreni abbandonati da decenni. Acquisto trattori e l'attrezzatura necessaria per le fasi della produzione. Molti i limiti posti da vincoli forestali. Individuo l'attività saliente nella zootecnia, oltre ad un agro-ippo-turismo. Acquisto mucche, altri cavalli, asini, maiali, pecore, capre, oche, anatre, conigli, piccioni e polli. Nel settembre 1997 un forte terremoto nell'appennino Umbro-Marchigiano, da Muccia a Gubbio, il confine dei prati alti è eugubino, crea nuove crepe e allarga le esistenti, anche nella parte residente del Casale. Viene emessa un'Ordinanza sindacale di sgombero dal Sindaco di Cagli.
Dormo sul divano per settimane, dai vicini. Impossibile ricevere una casa-container per la tortuosità della strada di accesso, di montagna. Quindi autonoma sistemazione. Riesco ad ottenere in affitto dalla Parrocchia di San Nicolò di Rimini, un'azienda agricola di trentacinque ettari,con casa colonica abitabile, a pochi chilometri, in località Tralimito di Pianello di Cagli.
Campi abbandonati con tutti i tipi di frutta. Un impianto di noccioli tartufigeni e la possibile semina di cereali, in quanto poco acclive. Quel contratto ha indisposto gli abitanti di Pianello. Tutti abituati a raccogliere ogni tipo di frutto stagionale.
I problemi sono all'ordine del giorno. Ma da buon comandante di nave, con patente fino a cinquanta tonnellate di stazza, procedo con la navigazione a vista.
Alla fine del 1998, conosco Patrizia Ferri, entrambi nell'atrio del comune di Cagli per autenticare la firma sulla domanda di contributi P.A.C.. Il padre in ospedale per ictus. Un bar in Acqualagna, più giorni chiusi che aperto. Una casa da ultimare ed alcuni ettari di terreno agricolo da gestire. Mi ha chiesto aiuto. Uno sguardo che ancora oggi ricordo. Smarrita. Priva di conforto. Ho compilato la domanda. Ho ristrutturato e impostato il bar, negli spazi di tempo libero dall'agricoltura. Mettendo a frutto le esperienze giovanili da barman, ho lavorato fino a superare ottocentomila lire di incasso medio al giorno. Questa relazione sentimentale atipica, ha portato alla luce mia figlia naturale riconosciuta, Anna Rebecca, nata il sedici novembre del 2000.
Nelle elezioni politiche del giugno 2001, mi candido al Senato come Parlamentare Indipendente. La reazione dei partiti non si è fatta attendere, Per mano di debosciati del Servizio Decentrato Agricoltura della Regione Marche, il dottor Alfio Rapisarda, poi seguito da Urbinati, il facente funzione Responsabile dottor Landi ed infine la dottoressa Temellini. Anni di snervante attesa per lungaggini burocratiche. Udienze, Appelli, nove anni dopo il Consiglio di Stato annulla tutto e anziché liquidare i mancati contributi del periodo, rinvia al giudice civile quale diritto soggettivo. Si trattava di oltre sessanta mila euro di liquidazione. Finire di nuovo in annose cause civili mi hanno indotto a mollare per stanchezza psichica e morale.
Nel 2005, dopo alcuni anni senza contributi e dunque in rimessa, decido di cercare fortuna in Ucraina dove c'era disponibile tanto terreno, al dire di Valentina Usata. amica convivente per due anni. Alla partenza per la frazione di Slobodà nel comune di Vartekutsi, al confine con la Moldavia, nonostante andassi dalla sua famiglia, trepidante per il mio arrivo, avevamo chiuso il rapporto sentimentale.
Acquisisco una casa da un ex direttore didattico per poche migliaia di euro e terreni in concessione dalla Pubblica Amministrazione per quarantanove anni. Circa centottanta ettari. Nulla si faceva senza regalie. Regola di base per me ostica. Con le pratiche pronte per acquisire altri ottocento ettari, subisco una rapina in casa, con sequestro di persona. Legato mani e piedi con doppie fascette di nylon, nella notte, riesco caparbiamente e fortunosamente a liberarmi e scappare. Destinato a scomparire nel fiume Dnister, diventato padrino di due bambini, in una società organizzata in Clan. Scomparso io, sarebbero diventati legali detentori di tutto ciò che avevo. Subisco un ulteriore tentativo di cattura, da parte di poliziotti corrotti, salvato dalla presenza determinante della madre della mia ex compagna. “Non so per quanto tempo riuscirò a proteggerti” mi disse, “Ti consiglio di tornare subito in Italia, poi ritorni.” Decido un percorso alternativo verso al Romania, anziché l'Ungheria solita e riesco a scappare. Siamo nel marzo 2007.
Non riuscivo più a dormire in montagna come prima, da solo. Tornato nella mia camera da ragazzo, a Pesaro, ho dormito sei mesi con la luce accesa. Un forte trauma, regalo del sequestro. Il neurologo consiglia di fare ciò che più mi piace. Impegni che mi assorbano totalmente. Lo studio, da sempre, è un mio piacere, e valvola di scarico. Non si può stare in Parlamento senza un'approfondita conoscenza delle norme, che si andranno poi ad integrare o scrivere per l'intero testo.
Mi iscrivo all'Università di Urbino, Facolta di Giurisprudenza e mi stabilisco nel college ERSU della Sogesta. Una piena immersione nello studio e nella natura. Sedici ore al giorno di studio, sei di sonno e poco altro. Ratificata l'iscrizione il ventiquattro gennaio 2008 con consegna del libretto, sostengo 38 esami più quattro integrazioni in poco più di tre anni. Gli ultimi mesi sono di tenzone amministrativa. Motivo. Impedimento a laurearsi prima dei cinque anni stabiliti dal corso. Già con la forma mentis del giurista, in particolare costituzionale ed europeo, ne esco vittorioso. Mi laureo in Giurisprudenza Magistrale LMG-01, il ventitré giugno 2011.
Nel 2009 partecipo alla tornata elettorale per l'elezione dei membri dell'Italia al Parlamento europeo, in quattro Circoscrizioni tranne la V° le Isole. Ricusato in tutte, sostengo una battaglia a tutto campo. Instauro quattro ricorsi all'Ufficio Elettorale Centrale presso la Corte di Cassazione sui verbali di ricusazione della quattro Corti di Appello di Milano, Venezia, Roma e Napoli. Impugno per Revocazione Straordinaria i quattro Rigetti dei Ricorsi, ottenendo altrettante dichiarazioni di Inammissibilità delle Revocazioni. Passo al livello superiore della Giurisdizione Amministrativa al TAR Lazio, Nazionale. Altri quattro Ricorsi, tutti respinti con Sentenze risibili. Quindi Impugno le Sentenze, depositando quattro Appelli al Consiglio di Stato. Ancora delinquenziali dinieghi, basati su logorroici archetipi della restaurazione oligarchica, messi in atto nel ventennio del “Berlusconismo Sfascista”. La Consulta con sentenza n. 236/2010 annulla l'ignobile Decisione n. 10 del 24 novembre 2005, dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, su cui sono basate le suddette sentenze di inammissibilità.
Seguono due ricorsi d'urgenza ai Presidenti della Giurisdizione Ordinaria di Pesaro e di Urbino. Dulcis in fundo, un ricorso per Cassazione alle Sezioni Unite Civili, finito nelle grinfie del Cerbero Presidente Vincenzo Carbone, sodale berlusconiano con manovre processuali spudorate, dichiarato vergognosamente inammissibile. In totale diciannove ricorsi ed un nulla di fatto. Seguirono altre Revocazioni, tutte con esito infausto.
L'iter processuale elettorale risulta essere un sistema incanalato in ambiente totalmente corrotto, quello dei Consiglieri di Stato. Figli bastardi della Repubblica, per disprezzo della Costituzione.
Il diciotto dicembre 2010 dal Notaio Alberto De Martino in Fano, costituisco, con una amica e collega rumena Ioana Mocanu, oggi per matrimonio Radulescu di Bucarest, allora studentessa Erasmus alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino, la “Associazione Europea Democrazia Solipsista”, la cui missione principale è riportare in auge la Costituzione europea, bocciata miseramente, la quale avrebbe dato vita all'Unione Europea, Nazione, nella quale niente di ciò che poi è accaduto, sarebbe mai avvenuto.
A tre anni, un grosso furgone a tre ruote, mi traslata in una dimora da 'casante', in località Roncosambaccio, dello stesso comune. Poco terreno, sufficiente per la sussistenza. Poche stanze. Io dormivo nel letto con due zie, sorelle del babbo. La mamma faceva la stagione dei cavoli. Il babbo emigrò alcuni anni in Germania a lavorare in miniera. Bisognava maritare altre tre sorelle. Crescendo, diventai il garzone della nonna, sempre affaccendata al governo degli animali. Avevo il compito, di accudire l'ingrasso annuale di una vitella. Andavo felice a scuola, anche se a mezz'ora di cammino, in sparuto gruppetto, e viceversa. Oltre due chilometri la distanza. Solitamente primo, nella consegna dei compiti, in ogni materia. Nell'attesa venivo regolarmente spedito in giardino, a liberare da erbe infestanti le aiuole fiorite. Amavo questo lavoro. Nell'ottobre del 1963, la famiglia, senza più le zie, si trasferisce nel paese di Santa Veneranda, nei dintorni della città di Pesaro (PU). Un fabbricato di tre piani, oltre la mansarda. Costruito in sinergia con il fratello della mamma e diviso a metà. I miei genitori diventano operai del settore del legno. Io lavoro un poco tutte le estati. Così ho comprato la mia prima bicicletta. Sul diploma delle Medie spiccava un dieci in Educazione artistica, per decenni ineguagliato. Ad un figlio di operai non era consigliato intraprendere la carriera artistica. Farai la fame, si diceva. Nel 1967 frequento l'I.T.I.S. “E. Mattei” di Urbino, con l'intento, da grande, di diventare pilota di aerei. Terminato il biennio comune, non trovai capienza nella specializzazione di Elettronica, consona al mio disegno originario. Scelsi Chimica Industriale, ottenendo il diploma a luglio del 1973. Un inciampo induce a sposarmi il cinque dicembre 1970 ed il ventotto maggio 1971, divento padre di Fjodor. Il due settembre del 1972, padre di Cristian. Il matrimonio ha il triste epilogo della separazione il quattordici febbraio 1977, festa di San Valentino. Ancora prima dell'esame di Stato, invitato per intercessione della mamma cugina dei titolari, sono approdato alla Berloni Cucine. Allora fra le aziende italiane primarie per qualità. La dipartita del tecnico capo Adriano del Bianco, poi co-fondatore della ditta Cucine Fiamberti e dissidi su onorari con il supervisore Ingegner Fiorentini con defenestrazione dello stesso, mi hanno lasciato campo libero alla funzione di responsabile dell'Ufficio Tecnico, Costi e Produzione. A soli ventidue anni, con una retribuzione mensile che con l'aggiunta di 90.000 lire ho acquistato una Fiat Cinquecento L. Interruppi, per mancanza di tempo, gli studi universitari intrapresi presso la Facoltà di Ingegneria meccanica di Ancona. Dopo circa due anni per conflitti interni mi licenzio. Avevo dimezzato i tempi di produzione delle strutture, con intelligenti accorgimenti tecnici. Ciò non bastava, per non introdurre l'odiato truciolare nobilitato, invece dei telai in legno ecologici. Mentalmente libero, rifletto e decido di cimentarmi in una mia produzione di cucine componibili. Alla Berloni, il progetto del modello Casiliana portava la mia firma. Nasce la ditta Roberti sas Cucine. Abbozzato il progetto, sventro il divisorio del garage, per far posto ad una Combinata 7 lavorazioni della ditta Paoloni & Manzini. Una sorta di factotum del legno senza elettronica. Dopo due mesi, a maggio, per la Fiera del Mobile di Pesaro, il prototipo è presentato. Ricevo congratulazioni e consigli, preordini e per alcune regioni rappresentanti. Il neo dei finanziamenti non mi fa dormire la notte. Cerco soci. Con l'aiuto del commercialista dr Pellegrino Siano, trovo Piccini Elio, socio e venditore per l'Umbria e Luigi Bassi socio amministrativo. Quest'ultimo vecchia conoscenza, chitarrista del gruppo musicale 'I vassalli', con cui ho cantato da ragazzo. La necessità di finanziamento non era risolta. Non ho trovato i supporti necessari in famiglia e neppure nelle Banche. Soluzioni avventate messe in atto dal socio amministratore, sbagliate per principio, hanno creato problemi ancora più gravi di liquidità. Presupposto questo per gli strozzini. In arretrato con l'assegno per alimenti dei figli, la mia ex moglie con decreto ingiuntivo pignora, con conseguenze nefaste sugli affidamenti bancari. La ditta cessa l'attività per un incendio, affermo doloso, appiccato da chi aveva in mano cambiali di scambio, fasulle, da presentare all'incasso, nel risarcimento del danno dall'Assicurazione. La ditta non è riuscita a riprendere l'attività. Coppie di sposi, innamorate del mio modello, hanno aspettato anche sei mesi, prima di cercare altrove. Dovetti vendere anche l'Alfetta Duemila, per pagare gli ultimi residui di debito. Bisognava reinventarsi. Ma i soventi impegni di tempo, che la chiusura richiedeva mi limitavano. Per alcuni anni, ho prestato l'opera in strutture pubbliche, con contratti di tre o sei mesi. AMANUP nettezza Urbana, di ramazza o raccolta meccanica, due turni. Al Mattatoio Comunale due turni, abbattevo gli animali da macellare, inizialmente pure i cani. Bidello all'Istituto per Ragioneria e Geometri. U.S.L. N.3 Marche, più turni in vari reparti di degenza. Il ricordo si fissa alle tante persone, soprattutto ragazzi, che ho trasportato all'obitorio. Dal reparto di Ematologia del Professor Lucarelli , allora ubicato nell'Ospedale di Trebbiantico, nessun trapiantato di midollo osseo ha superato i due anni di vita. Aiutavo Claudio, dieci anni dopo trovato morto, si dice suicidato, a preparare le camere sterili. Tecniche sperimentali, logiche, ma ancora rudimentali. Al Cras o Manicomio, all'epoca ancora aperto, ho visto botte e acqua fresca, nel vero senso delle parole, come fosse uno sputo. Inenarrabili. Nel 1982, un incontro causale con un vecchio amico di scuola, Perito Chimico Industriale, nel frattempo diventato Biologo, il dottor Valentino Pretelli, segna l'inizio di una nuova fase di vita. Accettai l'offerta di collaboratore scientifico per la ditta Biotec. Tre soci, di cui due occulti, massoni. Il dottor Marcello Bartolucci, primario del Laboratorio Analisi dell'Ospedale di Pesaro, deceduto da alcuni anni ed il dottor Oriano Tiberi, attuale Direttore del Dipartimento di Laboratorio Area Vasta 1. Visto l'impegno ed i risultati ottenuti mi viene chiesto di diventare socio. Liquido i soci occulti e rilevo la ditta Biotec. Seguirono anni di intensa attività e progressione. Fatturati annuali oltre il miliardo di lire. I tardivi incassi, delle forniture alle U.S.L. ovvero allo Stato, procuravano scarsa liquidità. Sono obbligato a chiedere anticipi in conto fatture, tramite factoring di BNL e Banca Nazionale Agricoltura. In una ordinaria operazione di anticipo, l'accredito non avvenne. Il c/c alla BNL di Pesaro era stato aperto d'ufficio, per gestire il flusso degli anticipi non gestito direttamente. Il venerdì come solito, telefono per avere ragguagli sul saldo. Il funzionario mi dice: “Guarda che questa mattina tre assegni per sessantadue milioni sono andati in protesto”. Feci notare che mi risultava una disponibilità di oltre ottanta milioni. . Poco dopo ricevo la conferma della disponibilità, adducendo il motivo al cambiamento di sistemi informatici in atto. Però non volle richiamare gli assegni. Preparò tre assegni circolari di pari importo invitandomi a seguire l'iter del protesto. Ne all'Ufficio Cambiali dei Notai Riuniti, ne in Tribunale dal Pretore, ne alla Banca di Roma trattaria, esistevano questi assegni. Scomparsi nel nulla. Due ore di corse finite nel nulla. Certamente una manovra di poteri occulti, ancora senza nome, allo scopo di fermare la mia avanzata, in alcuni anni fra i primi rivenditori delle Marche. Le banche chiedono il rientro, bloccando ulteriori anticipazioni. Castrato, proseguo oltre un anno, pagando i fornitori in contanti, ma ciò comportava la mia giornaliera presenza in sede. Avrei potuto proseguire così e raccogliere i frutti di anni di pregevole lavoro. Ma non mi piaceva, lavorare così. La mancanza di libertà, mi induce ad incaricare l'avvocato Domenico Binetti a chiudere l'attività. Un diniego del più piccolo creditore, la ditta LP per tre milioni, fa scattare in automatico il fallimento nove gennaio 1991. Tecnicismo legislativo mi dicono, inevitabile. Caos totale. In pochi mesi a causa di una dissennata quanto delinquenziale gestione del curatore dottor Ermes Cappellini e del tribunale nella nomina del CTU, finisce in discarica il magazzino diagnostici per oltre duecento milioni di valore. Processato per Bancarotta Fraudolenta, subisco una condanna a 17 mesi di reclusione con la condizionale. Accusa spudoratamente falsa e processo farsa. Di nuovo libero da impegni, scopertomi buon venditore, mi occupo per alcuni mesi della direzione vendita, di una linea alta di salotti, in famiglia, senza assunzione ne stipendio. Solamente un rimborso spese. Fusto in legno, seduta con molle e tessuti ETRO. Quando stava sbocciando, per buoni rapporti intrapresi con arredatori ed Architetti, mio cognato Liviano Battistoni co-titolare con mia sorella Brunella della ditta BI-EL Salotti, ha deciso di interrompere la produzione della linea alta. A suo dire l'avviamento si presentava troppo lento. Anche Franco il disegnatore della linea, concordava a pieni motivi i risultati ed i tempi. Negli anni a venire la salvezza dell'azienda, con quel segmento di mercato in ascesa per i nuovi ricchi. La BI-EL oggi è ridotta ad un terzo del fatturato. Ancora libero, rifletto. Reinventarsi come, dove. Spazi ristetti. Ciò che era accaduto mi tormentava. Ogni giorno era alla ricerca delle ragioni, dei perché. Infine ho ritenuto ingiusta la Legge Fallimentare. Ho approfondito. Per la gerarchia delle fonti, sono approdato alla Costituzione della Repubblica italiana. Una indescrivibile opera di altissima civiltà giuridica e civile. Da quel momento lavoro all'idea della sua pratica realizzazione, che equivale ad un paradiso terrestre. Ma per fare le leggi bisogna essere in Parlamento. Perciò nel 2001 partecipo alla tornata elettorale per il Senato, con il mio simbolo Parlamentare Indipendente, registrato al Ministero dell'Interno, da Candidato Individuale. Votato da mille elettori, quelli che sapevano perché, in precedenza, firmato la raccolta di candidatura di milleduecentocinquanta firme. Senza pubblicità, esclusa per chi non è presente su un quarto del territorio nazionale, pure troppo. Per conciliare un'attività lavorativa, che permettesse tempo libero quando necessario per la politica, mi sovviene l'Agricoltura, come unica attività autonoma possibile, visti i pregressi di Fallimento, condanna per Bancarotta Fraudolenta e Protesti di assegni. Amo la natura. Esperto di funghi epigei, poi anche di tartufo con patentino, iscritto al Gruppo Micologico Bresadola di Trento sin da giovane. Trovo in località Monte Altiero del comune di Serrungarina prima tre ettari, poi quattro con uliveto e vigneto in affitto. Sufficienti per fare il coltivatore diretto. Alla sera rientravo a Pesaro. Nella capanna senza alcun conforto difficile dormire. Oggi è diventata uno studio medico. Acquisto alcuni cavalli, pecore e animali di bassa corte. La volpe procurava ingenti perdite. I vicini, lei farmacista e lui medico, non sopportavano gli animali al pascolo. Puzza e mosche adducevano. Le deiezioni dei cavalli al pascolo non sono puzzolenti e qualche mosca in campagna è la normalità. Gli indigeni non condividevano il metodo di coltivazione biologico. Nella loro ignoranza, totalmente sbagliato. Come pure gli animali non stabulati. Ogni tanto qualche ignota anima pia, la notte apriva i recinti. Gli animali fuoriuscivano procurando qualche danno alle colture limitrofe, sempre ripagato. La notte di San Silvestro del 1994, coperti dal rumore dei botti hanno sparato sul gregge con fucile da caccia a pallini. Una strage. Oltre venti uccise. Nello stazzo ne restava qualcuna ferita. Questo fatto, segnale forte, mi induce a cercare un luogo più isolato, in montagna. Da quella collina panoramica ho fotografato un U.F.O. a forma di doppio cono, metallico, senza aperture, circa quattro metri per tre.. Grande interesse di giornali, associazioni ufologiche e Aeronautica militare.
In questo periodo, frequento alcune stalle di pastori sardi. Imparo i segreti caseari e vaglio le mie teorie da chimico e biologo di lungo corso non laureato.
Andando a funghi, nella migliore località di raccolta dei porcini che conosco, Casale di Sopra nei pressi di Pianello di Cagli, faccio una riflessione: “Ecco sì, qui mi piacerebbe vivere.” Ho esternato l'idea all'amico Romano Casettari, unico agricoltore rimasto della vallata, che incredulo, con un sorriso fino alle orecchie mi dice: “Ma non dirai sul serio!” “Certo” aggiungo. Mi informa allora, che un anziano suo parente, voleva cedere le sue proprietà, quattordici ettari circa. Una stanza nella sua stessa casa colonica, e quel Casale di fronte, semi diroccato, che stavamo guardando.
Stipulo una promessa di vendita ed un contratto di affitto. Convinco mia sorella a vendere un terreno e mia madre ad acquistare un'altra proprietà disponibile di Luchini Vanda e Bruno.
Mia madre mi affitta i suoi terreni. Nel tempo altri ne aggiungo, per un totale di settantasei ettari, boschi compresi. Così è nata L'Azienda Agricola zootecnica biologica di montagna “Osteria di Casale”. Inizia un duro lavoro di ripristino dei terreni abbandonati da decenni. Acquisto trattori e l'attrezzatura necessaria per le fasi della produzione. Molti i limiti posti da vincoli forestali. Individuo l'attività saliente nella zootecnia, oltre ad un agro-ippo-turismo. Acquisto mucche, altri cavalli, asini, maiali, pecore, capre, oche, anatre, conigli, piccioni e polli. Nel settembre 1997 un forte terremoto nell'appennino Umbro-Marchigiano, da Muccia a Gubbio, il confine dei prati alti è eugubino, crea nuove crepe e allarga le esistenti, anche nella parte residente del Casale. Viene emessa un'Ordinanza sindacale di sgombero dal Sindaco di Cagli.
Dormo sul divano per settimane, dai vicini. Impossibile ricevere una casa-container per la tortuosità della strada di accesso, di montagna. Quindi autonoma sistemazione. Riesco ad ottenere in affitto dalla Parrocchia di San Nicolò di Rimini, un'azienda agricola di trentacinque ettari,con casa colonica abitabile, a pochi chilometri, in località Tralimito di Pianello di Cagli.
Campi abbandonati con tutti i tipi di frutta. Un impianto di noccioli tartufigeni e la possibile semina di cereali, in quanto poco acclive. Quel contratto ha indisposto gli abitanti di Pianello. Tutti abituati a raccogliere ogni tipo di frutto stagionale.
I problemi sono all'ordine del giorno. Ma da buon comandante di nave, con patente fino a cinquanta tonnellate di stazza, procedo con la navigazione a vista.
Alla fine del 1998, conosco Patrizia Ferri, entrambi nell'atrio del comune di Cagli per autenticare la firma sulla domanda di contributi P.A.C.. Il padre in ospedale per ictus. Un bar in Acqualagna, più giorni chiusi che aperto. Una casa da ultimare ed alcuni ettari di terreno agricolo da gestire. Mi ha chiesto aiuto. Uno sguardo che ancora oggi ricordo. Smarrita. Priva di conforto. Ho compilato la domanda. Ho ristrutturato e impostato il bar, negli spazi di tempo libero dall'agricoltura. Mettendo a frutto le esperienze giovanili da barman, ho lavorato fino a superare ottocentomila lire di incasso medio al giorno. Questa relazione sentimentale atipica, ha portato alla luce mia figlia naturale riconosciuta, Anna Rebecca, nata il sedici novembre del 2000.
Nelle elezioni politiche del giugno 2001, mi candido al Senato come Parlamentare Indipendente. La reazione dei partiti non si è fatta attendere, Per mano di debosciati del Servizio Decentrato Agricoltura della Regione Marche, il dottor Alfio Rapisarda, poi seguito da Urbinati, il facente funzione Responsabile dottor Landi ed infine la dottoressa Temellini. Anni di snervante attesa per lungaggini burocratiche. Udienze, Appelli, nove anni dopo il Consiglio di Stato annulla tutto e anziché liquidare i mancati contributi del periodo, rinvia al giudice civile quale diritto soggettivo. Si trattava di oltre sessanta mila euro di liquidazione. Finire di nuovo in annose cause civili mi hanno indotto a mollare per stanchezza psichica e morale.
Nel 2005, dopo alcuni anni senza contributi e dunque in rimessa, decido di cercare fortuna in Ucraina dove c'era disponibile tanto terreno, al dire di Valentina Usata. amica convivente per due anni. Alla partenza per la frazione di Slobodà nel comune di Vartekutsi, al confine con la Moldavia, nonostante andassi dalla sua famiglia, trepidante per il mio arrivo, avevamo chiuso il rapporto sentimentale.
Acquisisco una casa da un ex direttore didattico per poche migliaia di euro e terreni in concessione dalla Pubblica Amministrazione per quarantanove anni. Circa centottanta ettari. Nulla si faceva senza regalie. Regola di base per me ostica. Con le pratiche pronte per acquisire altri ottocento ettari, subisco una rapina in casa, con sequestro di persona. Legato mani e piedi con doppie fascette di nylon, nella notte, riesco caparbiamente e fortunosamente a liberarmi e scappare. Destinato a scomparire nel fiume Dnister, diventato padrino di due bambini, in una società organizzata in Clan. Scomparso io, sarebbero diventati legali detentori di tutto ciò che avevo. Subisco un ulteriore tentativo di cattura, da parte di poliziotti corrotti, salvato dalla presenza determinante della madre della mia ex compagna. “Non so per quanto tempo riuscirò a proteggerti” mi disse, “Ti consiglio di tornare subito in Italia, poi ritorni.” Decido un percorso alternativo verso al Romania, anziché l'Ungheria solita e riesco a scappare. Siamo nel marzo 2007.
Non riuscivo più a dormire in montagna come prima, da solo. Tornato nella mia camera da ragazzo, a Pesaro, ho dormito sei mesi con la luce accesa. Un forte trauma, regalo del sequestro. Il neurologo consiglia di fare ciò che più mi piace. Impegni che mi assorbano totalmente. Lo studio, da sempre, è un mio piacere, e valvola di scarico. Non si può stare in Parlamento senza un'approfondita conoscenza delle norme, che si andranno poi ad integrare o scrivere per l'intero testo.
Mi iscrivo all'Università di Urbino, Facolta di Giurisprudenza e mi stabilisco nel college ERSU della Sogesta. Una piena immersione nello studio e nella natura. Sedici ore al giorno di studio, sei di sonno e poco altro. Ratificata l'iscrizione il ventiquattro gennaio 2008 con consegna del libretto, sostengo 38 esami più quattro integrazioni in poco più di tre anni. Gli ultimi mesi sono di tenzone amministrativa. Motivo. Impedimento a laurearsi prima dei cinque anni stabiliti dal corso. Già con la forma mentis del giurista, in particolare costituzionale ed europeo, ne esco vittorioso. Mi laureo in Giurisprudenza Magistrale LMG-01, il ventitré giugno 2011.
Nel 2009 partecipo alla tornata elettorale per l'elezione dei membri dell'Italia al Parlamento europeo, in quattro Circoscrizioni tranne la V° le Isole. Ricusato in tutte, sostengo una battaglia a tutto campo. Instauro quattro ricorsi all'Ufficio Elettorale Centrale presso la Corte di Cassazione sui verbali di ricusazione della quattro Corti di Appello di Milano, Venezia, Roma e Napoli. Impugno per Revocazione Straordinaria i quattro Rigetti dei Ricorsi, ottenendo altrettante dichiarazioni di Inammissibilità delle Revocazioni. Passo al livello superiore della Giurisdizione Amministrativa al TAR Lazio, Nazionale. Altri quattro Ricorsi, tutti respinti con Sentenze risibili. Quindi Impugno le Sentenze, depositando quattro Appelli al Consiglio di Stato. Ancora delinquenziali dinieghi, basati su logorroici archetipi della restaurazione oligarchica, messi in atto nel ventennio del “Berlusconismo Sfascista”. La Consulta con sentenza n. 236/2010 annulla l'ignobile Decisione n. 10 del 24 novembre 2005, dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, su cui sono basate le suddette sentenze di inammissibilità.
Seguono due ricorsi d'urgenza ai Presidenti della Giurisdizione Ordinaria di Pesaro e di Urbino. Dulcis in fundo, un ricorso per Cassazione alle Sezioni Unite Civili, finito nelle grinfie del Cerbero Presidente Vincenzo Carbone, sodale berlusconiano con manovre processuali spudorate, dichiarato vergognosamente inammissibile. In totale diciannove ricorsi ed un nulla di fatto. Seguirono altre Revocazioni, tutte con esito infausto.
L'iter processuale elettorale risulta essere un sistema incanalato in ambiente totalmente corrotto, quello dei Consiglieri di Stato. Figli bastardi della Repubblica, per disprezzo della Costituzione.
Il diciotto dicembre 2010 dal Notaio Alberto De Martino in Fano, costituisco, con una amica e collega rumena Ioana Mocanu, oggi per matrimonio Radulescu di Bucarest, allora studentessa Erasmus alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino, la “Associazione Europea Democrazia Solipsista”, la cui missione principale è riportare in auge la Costituzione europea, bocciata miseramente, la quale avrebbe dato vita all'Unione Europea, Nazione, nella quale niente di ciò che poi è accaduto, sarebbe mai avvenuto.